Geography-soil-climate-vines-wine growers
Terroir
Selvagrossa
MONTEFELTRO
"Dalla sua sommità (del Sasso Simone) si vede quasi tutto
il golfo Adriattico incominciando sotto li monti di Ancon fino a Venezia..."
(V. Loppi, 1753)
Regione di confine, storicamente a cavallo di Marche, Toscana e Romagna, il Montefeltro è da sempre territorio vocato per la produzione di vini di qualità.
Nonostante un periodo d'oblio dopo i riconoscimenti nazionali dei primi del Novecento, oggi le ripide colline del Montefeltro sono tornate al loro antico splendore, ad ospitare vigneti che in armonia con la terra danno grandi vini di pregio.
Viticoltura di montagna, fino a 500 metri di altitudine, dove il Sangiovese sui terreni marnosi arenacei trova un connubio indissolubile con il terroir.
Dal monte Carpegna, vera cima tutelare del Montefeltro, le colline arrivano fin giù all'Adriatico: al confine con la Romagna, il Nord delle Marche si conferma terra di grandi vini, dal Montefeltro al Metauro, dal Sangiovese al Bianchello, dalla montagna al mare.
Border region, historically straddling the Marches, Tuscany and Romagna, Montefeltro has always been an area suited for the production of quality wines. Despite a period of oblivion after the national recognition of the early twentieth century, today the steep hills of Montefeltro have returned to their former glory, to host vineyards that in harmony with the earth give great wines of quality. Mountain viticulture, up to 500 meters above sea level, where Sangiovese on marly arenaceous soils finds an indissoluble union with the terroir. From Mount Carpegna, the real protection peak of Montefeltro, the hills reach down to the Adriatic: on the border with Romagna, the North of the Marche confirms itself as a land of great wines, from Montefeltro to Metauro, from Sangiovese to Bianchello, from the mountains to the sea .
il golfo Adriattico incominciando sotto li monti di Ancon fino a Venezia..."
(V. Loppi, 1753)
Regione di confine, storicamente a cavallo di Marche, Toscana e Romagna, il Montefeltro è da sempre territorio vocato per la produzione di vini di qualità.
Nonostante un periodo d'oblio dopo i riconoscimenti nazionali dei primi del Novecento, oggi le ripide colline del Montefeltro sono tornate al loro antico splendore, ad ospitare vigneti che in armonia con la terra danno grandi vini di pregio.
Viticoltura di montagna, fino a 500 metri di altitudine, dove il Sangiovese sui terreni marnosi arenacei trova un connubio indissolubile con il terroir.
Dal monte Carpegna, vera cima tutelare del Montefeltro, le colline arrivano fin giù all'Adriatico: al confine con la Romagna, il Nord delle Marche si conferma terra di grandi vini, dal Montefeltro al Metauro, dal Sangiovese al Bianchello, dalla montagna al mare.
Border region, historically straddling the Marches, Tuscany and Romagna, Montefeltro has always been an area suited for the production of quality wines. Despite a period of oblivion after the national recognition of the early twentieth century, today the steep hills of Montefeltro have returned to their former glory, to host vineyards that in harmony with the earth give great wines of quality. Mountain viticulture, up to 500 meters above sea level, where Sangiovese on marly arenaceous soils finds an indissoluble union with the terroir. From Mount Carpegna, the real protection peak of Montefeltro, the hills reach down to the Adriatic: on the border with Romagna, the North of the Marche confirms itself as a land of great wines, from Montefeltro to Metauro, from Sangiovese to Bianchello, from the mountains to the sea .
Pievalta-La Distesa-La Marca Di San Michele-Failoni-Broccanera-Peruzzi-Tommasetti-Fattoria Nannì
CASTELLI DI JESI
Sono la culla ed allo stesso tempo il segreto della consacrazione del Verdicchio come uno dei più grandi vini bianchi mondiali. Il predominio linguistico del vitigno per molto tempo ha messo in ombra l'eterogeneità e la ricchezza dei terreni di queste colline, a sinistra e destra dell'Esino, in cui risiede la forza della luminosa varietà del Verdicchio. Oggi invece nomi di luoghi come Cupramontana, Maiolati Spontini, Montecarotto, San Michele, San Paolo iniziano ad essere riconosciuti dalla critica e dai consumatori per la loro vocazione, le loro virtuose differenze e qualità. E' il Verdicchio che "sente" e "chiama" il territorio, grazie ad una vera e propria nuovelle vague di vignaioli attenti alla preservazione della natura e della biodiversità nel vigneto e determinati a far emergere la territorialità delle vigne e delle zone più vocate.
Ma i Castelli di Jesi non sono solo sinonimo di vino bianco: è qui nel Nord delle Marche che il Montepulciano trova la sua ultima casa e, spesso insieme allo "storico" Sangiovese, regala interpretazioni uniche e avvincenti.
This is the cradle and at the same time the secret of the consecration of Verdicchio as one of the most important white wines in the world. For a long time, the predominant descriptors of the grape variety have overshadowed the heterogeneity and richness of the hills to the left and right of the river Esino, where one discovers the power of the luminous variety, Verdicchio. Today, instead, the place names: Cupramontana, Maiolati Spontini, Montecarotto, San Michele, and San Paolo are beginning to be recognized by both critics and consumers for their excellent quality and virtuosity with this grape variety. It is Verdicchio that makes harkens to this territory, thanks to a new wave of winemakers who are attentive to the preservation of nature and biodiversity of the vineyard and are determined to help this area and its specific terroir emerge as one of the most important and appreciated for Verdicchio. But, Castelli di Jesi is not only synonymous with white wines, it is here in the northern Marche where Montepulciano finds its last home and often combined with Sangiovese awards one with unique, winning red wines.
Ma i Castelli di Jesi non sono solo sinonimo di vino bianco: è qui nel Nord delle Marche che il Montepulciano trova la sua ultima casa e, spesso insieme allo "storico" Sangiovese, regala interpretazioni uniche e avvincenti.
This is the cradle and at the same time the secret of the consecration of Verdicchio as one of the most important white wines in the world. For a long time, the predominant descriptors of the grape variety have overshadowed the heterogeneity and richness of the hills to the left and right of the river Esino, where one discovers the power of the luminous variety, Verdicchio. Today, instead, the place names: Cupramontana, Maiolati Spontini, Montecarotto, San Michele, and San Paolo are beginning to be recognized by both critics and consumers for their excellent quality and virtuosity with this grape variety. It is Verdicchio that makes harkens to this territory, thanks to a new wave of winemakers who are attentive to the preservation of nature and biodiversity of the vineyard and are determined to help this area and its specific terroir emerge as one of the most important and appreciated for Verdicchio. But, Castelli di Jesi is not only synonymous with white wines, it is here in the northern Marche where Montepulciano finds its last home and often combined with Sangiovese awards one with unique, winning red wines.
Moroder-La Calcinara-Malacari
CONERO
Un terroir unico come il promontorio che lo ospita: i vigneti e quindi i vini risentono positivamente della brezza marina che arriva dal mare adiacente. Così come la costa che da piatta e sabbiosa improvvisamente sale, si fa rocciosa e diventa monte: 600 metri di roccia bianca che si gettano a picco sul mare, il Monte Conero.
Da una parte il mare Adriatico, dall'altra la macchia mediterranea: è nel mezzo che tra roccia calcarea, sabbie arenarie e argilla nascono i vigneti, principalmente Montepulciano, che danno vita ad uno dei vini italiani più importanti d'Italia, il Rosso Conero.
Scrittori latini come Plinio il Giovane e Columella già narravano della bontà dei vini rossi del Conero, dove la vite da oramai più di 2500 anni ha trovato perfetta dimora.
A unique promontory that contributes to a unique terroir. The vineyards and therefore its wines are positively influenced by the sea breeze that blows from the neighbouring sea. Its flat and sandy shores starts abruptly to climb and from rocky it becomes a mountain; this is Mount Conero, 600 Mt. of white rock that sinks into the sea.
On one side the Adriatic Sea, on the other the Mediterranean forest and in the middle limestone, sandstone and clay host mainly Montepulciano vineyards that produce Rosso Conero, one of the main Italian wines.
Latin writers such as Pliny the Younger and Columella wrote about the goodness of Conero wines where almost 2,500 years ago the vines found their perfect spot.
Da una parte il mare Adriatico, dall'altra la macchia mediterranea: è nel mezzo che tra roccia calcarea, sabbie arenarie e argilla nascono i vigneti, principalmente Montepulciano, che danno vita ad uno dei vini italiani più importanti d'Italia, il Rosso Conero.
Scrittori latini come Plinio il Giovane e Columella già narravano della bontà dei vini rossi del Conero, dove la vite da oramai più di 2500 anni ha trovato perfetta dimora.
A unique promontory that contributes to a unique terroir. The vineyards and therefore its wines are positively influenced by the sea breeze that blows from the neighbouring sea. Its flat and sandy shores starts abruptly to climb and from rocky it becomes a mountain; this is Mount Conero, 600 Mt. of white rock that sinks into the sea.
On one side the Adriatic Sea, on the other the Mediterranean forest and in the middle limestone, sandstone and clay host mainly Montepulciano vineyards that produce Rosso Conero, one of the main Italian wines.
Latin writers such as Pliny the Younger and Columella wrote about the goodness of Conero wines where almost 2,500 years ago the vines found their perfect spot.
Cavalieri
MATELICA
Fin dal 1500 è attestata la vocazione alla coltivazione della vite della valle Camertina: l'unica delle Marche ad avere una disposizione Nord-Sud, l'unica ad essere chiusa al mare con caratteristiche di clima continentale e grandi escursioni termiche tra giorno e notte.
Un'eccezionale anomalia che unita al matrimonio storico e privilegiato di queste terre con il Verdicchio, garantisce la qualità e l'unicità di uno dei vini bianchi più apprezzati d'Italia.
Viticoltura di montagna, a 450 metri sul livello del mare, su terreni ricchi di calcare e scheletro, con inverni molto freddi ed estati calde: condizioni che esaltano l'aromaticità e la sapidità dei vini di questo piccolo e prezioso terroir.
From the 1500’s, the valley of the Camertina has been know for the cultivation of vineyards, the only area in the Marche with a North/South exposure and the only one which arrives all the way to the sea with a characteristic continental climate and big temperature changes from night to day. An exceptional anomaly which unites the historic matrimony and privilege of this land with Verdicchio, guaranteeing the quality and uniqueness of one of the most prized italian white wines.
Winemaking of the mountains at 450 meters above sea level with a terrain rich in fossils and calcium, very cold winters, hot summers, these factors exalt the aromatic qualities and richness of the wines from this small terroir.
Un'eccezionale anomalia che unita al matrimonio storico e privilegiato di queste terre con il Verdicchio, garantisce la qualità e l'unicità di uno dei vini bianchi più apprezzati d'Italia.
Viticoltura di montagna, a 450 metri sul livello del mare, su terreni ricchi di calcare e scheletro, con inverni molto freddi ed estati calde: condizioni che esaltano l'aromaticità e la sapidità dei vini di questo piccolo e prezioso terroir.
From the 1500’s, the valley of the Camertina has been know for the cultivation of vineyards, the only area in the Marche with a North/South exposure and the only one which arrives all the way to the sea with a characteristic continental climate and big temperature changes from night to day. An exceptional anomaly which unites the historic matrimony and privilege of this land with Verdicchio, guaranteeing the quality and uniqueness of one of the most prized italian white wines.
Winemaking of the mountains at 450 meters above sea level with a terrain rich in fossils and calcium, very cold winters, hot summers, these factors exalt the aromatic qualities and richness of the wines from this small terroir.
Aurora-La Valle Del Sole-Fiorano-Terra Argillosa-Vigneti Vallorani
PICENO
Già lo storico greco Polibio scriveva dei "vini dei Piceni" e chissà se Mario Soldati non pensava proprio a queste terre quando nelle Marche parlava di "case e cantine così immobili nel tempo". Terre ancora poco urbanizzate e di rara bellezza, dove la vite ha trovato fertile dimora e parla un linguaggio plurale: le varietà autoctone a bacca bianca come il Trebbiano, la Passerina ed il ritrovato Pecorino convivono con la delicata rusticità del rosso Sangiovese e la forza vigorosa del nero Montepulciano. Dalla mescolanza delle prime nasce il Falerio e delle seconde il Rosso Piceno Superiore, i vini della tradizione territoriale che oggi convivono con l'Offida Docg e le felici ed apprezzate interpretazioni da monovitigno. Tra i primi terroir a convertire in bio gran parte dei terreni dedicati al vigneto (e non solo), il lavoro agricolo nel rispetto della natura è da sempre uno degli aspetti fondamentali per la qualità dei vini delle colline del Piceno.
In ancient time, the famous Greek Polibio wrote of the “wines of the Piceni” and who knows if Mario Soldati had perhaps been thinking of this area when he was in the Marche and spoke of “houses and wineries untouched by the passage of time”. A land still little urbanized and of rare beauty, where life has found a fertile dwelling place and speaks many languages: the native varieties of white grapes such as Trebbiano, Passerina and the re-discovered Pecorino share the land with the delicate rusticity of the red Sangiovese and the vigorous force of the “black” Montepulciano. From the mix of the whites you find the blend called Falerio and from the reds, the Rosso Piceno Superiore, the traditional wines of the territory which today are joined also by the Docg of Offida and the much appreciated interpretations of the mono variety wines. Much of the vineyard and agricultural acreage is farmed organically and this is combined with the unique terroir and the respect for nature which has always been fundamental in the making of the quality wines of the beautiful Piceno hills.
In ancient time, the famous Greek Polibio wrote of the “wines of the Piceni” and who knows if Mario Soldati had perhaps been thinking of this area when he was in the Marche and spoke of “houses and wineries untouched by the passage of time”. A land still little urbanized and of rare beauty, where life has found a fertile dwelling place and speaks many languages: the native varieties of white grapes such as Trebbiano, Passerina and the re-discovered Pecorino share the land with the delicate rusticity of the red Sangiovese and the vigorous force of the “black” Montepulciano. From the mix of the whites you find the blend called Falerio and from the reds, the Rosso Piceno Superiore, the traditional wines of the territory which today are joined also by the Docg of Offida and the much appreciated interpretations of the mono variety wines. Much of the vineyard and agricultural acreage is farmed organically and this is combined with the unique terroir and the respect for nature which has always been fundamental in the making of the quality wines of the beautiful Piceno hills.
Soci/Members
2015
11 cantine associate119 ha di vigneto
473.000 bottiglie bio
26 soci-lavoratori
20 dipendenti-lavoratori
11 member wineries
119 hectares of vineyards
473.000 bottles of organic wine
26 working members
20 full-time employees
2016
118 ha di vigneto
419.000 bottiglie bio
28 soci-lavoratori
21 dipendenti-lavoratori
13 member wineries
118 hectares of vineyards
419.000 bottles of organic wine
28 working members
21 full-time employees
2017
16 cantine associate
166 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
30 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori
16 member wineries
166 hectares of vineyards
600.000 bottles of organic wine
30 working members
42 full-time employees
2018
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori
18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees
2019
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori
18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees
2020
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori
18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees
2021
19 cantine associate
200 ha di vigneto
800.000 bottiglie bio
60 dipendenti lavoratori
120 lavoratori stagionali assunti in vendemmia
19 member wineries
200 hectares of vineyards
800.000 bottles of organic wine
60 full-time emoloyees 120 seasonal workers hired for the harvest
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori
18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees
2020
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori
18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees
2021
19 cantine associate
200 ha di vigneto
800.000 bottiglie bio
60 dipendenti lavoratori
120 lavoratori stagionali assunti in vendemmia
19 member wineries
200 hectares of vineyards
800.000 bottles of organic wine
60 full-time emoloyees 120 seasonal workers hired for the harvest
Condividiamo l’idea che la costruzione di un mondo migliore passi necessariamente per un’agricoltura migliore, fondata sulla conservazione dell’integrità del suolo nella convinzione che sia un dovere restituire ai figli una terra in condizioni migliori di quelle in cui la si è trovata. Il rapporto fra i soci è regolato da uno spirito collaborativo e solidale, nella certezza che la ricchezza delle relazioni umane sia presupposto necessario per dare valore a un territorio. Allo stesso modo il rapporto con i consumatori è basato su una comunicazione trasparente delle pratiche agricole adottate.
We share the idea that the construction of a better world necessarily requires better agriculture, based on the preservation of the integrity of the soil in the belief that it is a duty to give back to children a land in better conditions than those in which it was found. The relationship between the members is governed by a collaborative and supportive spirit, in the certainty that the richness of human relationships is a necessary prerequisite to give value to a territory. Similarly, the relationship with consumers is based on a transparent communication of the agricultural practices adopted.
Principi e idealità Terroirmarche
We share the idea that the construction of a better world necessarily requires better agriculture, based on the preservation of the integrity of the soil in the belief that it is a duty to give back to children a land in better conditions than those in which it was found. The relationship between the members is governed by a collaborative and supportive spirit, in the certainty that the richness of human relationships is a necessary prerequisite to give value to a territory. Similarly, the relationship with consumers is based on a transparent communication of the agricultural practices adopted.
Principi e idealità Terroirmarche
- Il territorio e l’origine. Pensiamo che i prodotti agro-alimentari non siano merci come le altre. Sono prodotti che non provengono solo dalla classica dialettica capitale/lavoro ma che vedono la luce sulla e nella Terra. Per questo invochiamo il principio dell’origine, cioè del legame assoluto col territorio. Questo è il solo principio valido nell’identificare un prodotto agricolo poiché ne valorizza il territorio e le genti che vi abitano e che hanno contribuito alla evoluzione di una determinata qualità/specie. Se i territori e le varietà autoctone sono beni comuni è giusto che ricevano tutela solo dalle collettività locali di riferimento. Tale legame col territorio, però, non deve assolutamente essere interpretato come una difesa di localismi politici e identitari frutto dell’attaccamento conservatore alle radici, ma al contrario come un percorso per costruire una agricoltura cosmopolita, una contadinità planetaria che leghi insieme le produzioni e le culture di tutto il mondo nella diversità dell’origine.
- La terra e la sua difesa. Vogliamo un nuovo rapporto con la terra. Quella stessa terra che un tempo era fonte di stenti e povertà, oggi può proporre una nuova visione dell’ambiente e dei rapporti sociali. Gli agricoltori devono porsi come difensori, e non sfruttatori, dei territori e delle terre. In questo senso l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale come presidio ambientale. Dobbiamo pensare di avere "in prestito" una t/Terra da consegnare ai nostri figli in condizioni migliori di quelle che abbiamo trovato. In questo contesto, e non come semplice marchio commerciale, si colloca la nostra visione di agricoltura organica, biologica o bio-dinamica. Questa idea di agricoltura come presidio del territorio ci porta, conseguentemente, a sostenere tutte le forme di lotta delle comunità locali contro le grandi devastazioni ambientali.
- Le relazioni sociali e produttive. Condividiamo un’idea etica e solidale di economia. Un’idea che pone al centro l’uomo e la natura e per cui l’economia sia un mezzo e non il fine. Siamo convinti che il progresso si misuri secondo variabili che sono anche culturali e sociali; che un vino - ad esempio - non sia solo una merce con un determinato prezzo ma il risultato di una storia complessa, che vede il dispiegarsi continuo dei rapporti fra vignaioli, territori, stagioni, comunità locali. Pensiamo, quindi, che vadano sviluppate tutte le forme possibili di economia e di distribuzione alternative che promuovono una visione umana del commercio, come i Gruppi di Acquisto Solidali, i mercati contadini locali, itineranti o biologici, le botteghe del commercio equo, la vendita diretta, la produzione per famiglie su prenotazione ed in generale tutte le forme che relazionano direttamente produttori e consumatori "critici", visti come co-produttori. Allo stesso tempo invochiamo l’agricoltura contadina (nelle sue molteplici forme di azienda famigliare, di piccola cooperativa, di piccola azienda a conduzione diretta) per la sua intrinseca capacità di esprimersi secondo relazioni produttive differenti da quelle della grande azienda industriale, incentrate sul conto/terzismo, sul lavoro precario e sul lavoro in nero, sullo sfruttamento, sulla rendita.
- La tracciabilità dei prodotti e del prezzo. Il rapporto fra produttori e consumatori oltre che diretto deve essere trasparente. Per questo noi vogliamo certificare direttamente come lavoriamo la terra, quali sono i nostri rapporti con il lavoro ed il capitale, come trasformiamo i prodotti della terra e il prezzo di cantina a cui vendiamo gli stessi. Tutte queste informazioni verranno raccolte e rese pubbliche dai membri del Consorzio.
- Rivendicare la terra, rivendicare la vita. Rivendicare la terra significa per noi rivendicare la vita, riappropriarci certamente del valore economico, ma riappropriarci anche di un intero mondo di relazioni, di tradizioni e di sentimenti, divenendo una comunità organizzata e diffusa che abbia coscienza che si è giunti ai limiti dell’irreversibilità dell’insensatezza globale. Le prossime generazioni si troveranno costrette a produrre prevalentemente per riparare i danni delle produzioni precedenti. Non abbiamo nulla contro la tecnologia e la scienza. Ciò che critichiamo è la riduzione della vita a macchina, la sostituzione di ogni elemento della vita con un prodotto di sintesi da laboratorio. Per questo ci batteremo contro gli Organismi Geneticamente Modificati. Gli Ogm costituiscono oggi la più grande minaccia alla sensibilità planetaria. Contro di essi non c’è tempo da perdere né alcuna possibilità di mediazione. La ricerca, la sperimentazione, le legislazioni permissive, l’uso degli Ogm costituiscono un crimine contro la terra e contro l’umanità. Occorre fare di tutto perché ciò non accada.
Oltre il vino/Beyond the wine
Festa di Campagna
Offagna, 4-5 giugno 2023 Il 4 e 5 giugno torna la Festa di Campagna del Consorzio Terroirmarche. Sarà una grande occasione per festeggiare i dieci anni dalla nascita del nostro gruppo di vignaioli che ha iniziato la sua storia il primo maggio 2013.
L’idea della di Festa di Campagna è nata lo scorso anno come evoluzione della Fiera e del Festival di TerroirMarche. Si tratta di un format diverso dai soliti, un evento fortemente legato al folclore locale, un richiamo alla tradizione contadina marchigiana, quando le feste in campagna rappresentavano un importante momento di svago e convivialità per gli agricoltori e le loro famiglie. Un evento senza formalismi in cui sarà possibile degustare oltre 100 vini raccontati direttamente dai vignaioli e partecipare a suggestivi momenti di approfondimento (gli oramai mitici Lab di TerroirMarche!).
Dopo l’interruzione legata alla pandemia torna anche il gemellaggio con un altro terroir. Dopo Mosella, Borgogna, Lucchesia, Friuli/Slovenia è giunta l’ora di approfondire i vini di una storica denominazione, quelli dei nostri amici Cirò Boys! Si tratta di vignaioli che come noi hanno scelto una strada di auto-organizzazione per promuovere e difendere un territorio e ai quali, per questo, ci sentiamo particolarmente affini.
TerroirMarche ha da sempre dedicato uno spazio importante all’arte come fondamentale espressione del genius loci: una mostra di foto inedite del grandissimo fotografo marchigiano Mario Giacomelli sarà esposta nei giorni della nostra festa.
Domenica 4 giugno
15.00 Apertura banchi d'assaggio (chiusura ore 22.00) con i vini di Terroir Marche e Cirò Revolution
16.00 Laboratorio “Rosa di Mare, il lato quotidiano del Gaglioppo”
18.30 Laboratorio “Riflessi rossi: tempi storici e tempi biologici del vino rosso marchigiano”
Lunedi 5 giugno
13.00 Pranzo sociale con i vignaioli (la prenotazione del pranzo sociale ha posti limitati. L’acquisto del solo biglietto per il pranzo non da diritto all'accesso ai banchi d'assaggio e/o ai laboratori).
15.00 Apertura banchi d'assaggio (chiusura ore 20.00) con i vini di Terroir Marche e Cirò Revolution.
16.00 Laboratorio “L'adriatico nel bicchiere: i percorsi evolutivi dei bianchi marchigiani”.
18.00 Laboratorio ”Cirò Revolution: uomini e terroir di un grande rosso mediterraneo”.
Il biglietto comprende: tessera Terroir Marche, calice da degustazione, ingresso ed accesso ai banchi d'assaggio, laboratori (fino ad esaurimento posti) e piccola degustazione di cibo.
Il punto food presente in entrambe le giornate sarà a cura di GastroBi - coltivatori in cucina.
L’idea della di Festa di Campagna è nata lo scorso anno come evoluzione della Fiera e del Festival di TerroirMarche. Si tratta di un format diverso dai soliti, un evento fortemente legato al folclore locale, un richiamo alla tradizione contadina marchigiana, quando le feste in campagna rappresentavano un importante momento di svago e convivialità per gli agricoltori e le loro famiglie. Un evento senza formalismi in cui sarà possibile degustare oltre 100 vini raccontati direttamente dai vignaioli e partecipare a suggestivi momenti di approfondimento (gli oramai mitici Lab di TerroirMarche!).
Dopo l’interruzione legata alla pandemia torna anche il gemellaggio con un altro terroir. Dopo Mosella, Borgogna, Lucchesia, Friuli/Slovenia è giunta l’ora di approfondire i vini di una storica denominazione, quelli dei nostri amici Cirò Boys! Si tratta di vignaioli che come noi hanno scelto una strada di auto-organizzazione per promuovere e difendere un territorio e ai quali, per questo, ci sentiamo particolarmente affini.
TerroirMarche ha da sempre dedicato uno spazio importante all’arte come fondamentale espressione del genius loci: una mostra di foto inedite del grandissimo fotografo marchigiano Mario Giacomelli sarà esposta nei giorni della nostra festa.
Domenica 4 giugno
15.00 Apertura banchi d'assaggio (chiusura ore 22.00) con i vini di Terroir Marche e Cirò Revolution
16.00 Laboratorio “Rosa di Mare, il lato quotidiano del Gaglioppo”
18.30 Laboratorio “Riflessi rossi: tempi storici e tempi biologici del vino rosso marchigiano”
Lunedi 5 giugno
13.00 Pranzo sociale con i vignaioli (la prenotazione del pranzo sociale ha posti limitati. L’acquisto del solo biglietto per il pranzo non da diritto all'accesso ai banchi d'assaggio e/o ai laboratori).
15.00 Apertura banchi d'assaggio (chiusura ore 20.00) con i vini di Terroir Marche e Cirò Revolution.
16.00 Laboratorio “L'adriatico nel bicchiere: i percorsi evolutivi dei bianchi marchigiani”.
18.00 Laboratorio ”Cirò Revolution: uomini e terroir di un grande rosso mediterraneo”.
Il biglietto comprende: tessera Terroir Marche, calice da degustazione, ingresso ed accesso ai banchi d'assaggio, laboratori (fino ad esaurimento posti) e piccola degustazione di cibo.
Il punto food presente in entrambe le giornate sarà a cura di GastroBi - coltivatori in cucina.
Biglietti disponibili a questo ︎ LINK
Per maggiori informazioni scrivete una mail a info@terroirmarche.com
Vite a metà
Ancona, 29 aprile 2023Storie e Paesaggi della Mezzadria
29 aprile 2023, ore 10:00Sale Boxe, Mole Vanvitelliana, banchina Giovanni da Chio 28, Ancona
Relatori
Roberto Petrocchi, professore ordinario di Economia e politica agraria nell'Università Politecnica delle Marche.
Olimpia Gobbi, storica del territorio.
Esposizione
Mario Giacomelli e la mezzadria, gli scatti inediti.
Brindisi
A fine evento brindisi con i vini dei vignaioli di TerroirMarche ed il pane della cooperativa agricola di comunità Rocca Madre.
info: www.terroirmarche.com - info@terroirmarche.com
Festa di Campagna
Offagna, 24-25 luglio 2022Programma 24 Luglio
17:00 Apertura
17-21:00 Banchi d'assaggio vini dei vignaioli TM
17:30 Laboratorio 1 : Anteprima bollicine TM
18:30 Laboratorio 2: Anteprima Rossi TM
19:30 convegno: Lasciateci lavorare vogliamo solo fare vino. Riflessioni tra produttori aperte al pubblico. Moderatore Giavedoni
Biologico si, biologico no, la biodinamica è esoterica, la biodinamica non è esoterica, tentativi di dare definizioni su cosa è o cosa non è il vino naturale, polemiche, discussioni per l'approvazione di iter legislativi da parte di opinionisti di professione bravi a parlare di tutto ma che nello specifico non conoscono nulla: adesso la parola la prendiamo noi che facciamo vino con le mani nella terra e, per favore, lasciateci lavorare che vogliamo SOLO fare vino. Alla base del convegno, moderato da Fabio Giavedoni che per le sue molteplici esperienze e ruoli ricoperti ha una visione a 360° del mondo enologico, le idee alla base delle nostre scelte produttive e dì etica aziendale
20:00 Apertura enoteca TM
21:00 Cena a cura di Gastrobì + La Baita (Arcevia)
22:00 Concerto Burro e Salvia Un tuffo nella musica swing italiana dagli anni '10 agli anni '50 con una band che fa dell'ironia la propria forza.
Programma 25 Luglio
17:30 Apertura18:00 Laboratorio 3: Anteprima bianchi TM
19:00 Laboratorio 4: Anteprima rosati TM
20:00 Apertura enoteca TM
20:00 Cena a cura di Gastrobì + La Baita (Arcevia)
22:00 Concerto Chopas e Picchio
Festival
Ascoli Piceno-Macerata-AnconaUn evento nato dalla volontà di un gruppo di vignaioli che si impegnano per la promozione e la valorizzazione della vitivinicoltura biologica/biodinamica marchigiana, la difesa del territorio e dei beni comuni, la diffusione di culture e pratiche per una economia sostenibile e solidale.
Un viaggio che parte dal bicchiere, attraversa il paesaggio e arriva alla cultura.
Born from the desire of a special group of winemakers whose goal is to promote and increase not only the appreciation of organic and biodynamic winemaking in the Marche, but also their agricultural methods which defend the health and wellbeing of the environment while providing sustainable, sound economic benefits.
A voyage which departs from the glass, traveling down a trail which arrives at and defines our culture.
Un viaggio che parte dal bicchiere, attraversa il paesaggio e arriva alla cultura.
Born from the desire of a special group of winemakers whose goal is to promote and increase not only the appreciation of organic and biodynamic winemaking in the Marche, but also their agricultural methods which defend the health and wellbeing of the environment while providing sustainable, sound economic benefits.
A voyage which departs from the glass, traveling down a trail which arrives at and defines our culture.
Le Marche di Mario Dondero
Mostra fotografica/Photographic expositionSlow Food, pranzo al mare, Porto San Giorgio 1996
courtesy of Fototeca provinciale di Fermo
Gli organi di stampa italiani e francesi nel dicembre del 2015 hanno raccontato della scomparsa di Mario Dondero avvenuta nei dintorni di Fermo, nelle Marche.
Essendo comprovato che fosse dotato del dono dell’ubiquità non ci sorprenderemmo di incontrarlo un giorno a bordo di una corriera, in una trattoria o di vederlo sbucare dietro l’angolo con la sua vecchia Leica al collo e salutarci con il suo sorriso ironico e il suo irresistibile “Ragazzi, come va la vita?”
Mario Dondero grazie alla sua incredibile carica di umanità ha abitato il mondo in cui ha viaggiato senza sosta nella sua vita errabonda di fotoreporter.
Ha avuto solo due centri di gravitazione, Parigi dagli anni cinquanta, Fermo a partire dagli anni novanta.
Mario Dondero ha scelto le Marche, non le ha solo viaggiate, le ha respirate, le ha amate e si è sentito amato.
Una mostra di scatti marchigiani di Dondero rappresenta un racconto unico di uno spaccato di questo territorio visto da dentro e ripreso ad altezza d’uomo.
È un racconto del terroir delle Marche, è il minimo atto di gratitudine per la ricchezza che ha lasciato in questa regione in tutti coloro che hanno condiviso un pezzo del suo cammino.
I Vignaioli del Consorzio tM si fanno mecenati culturali e decidono di produrre questa mostra a proprie spese in collaborazione con la Fototeca Provinciale di Fermo che ne ha curato il lavoro e la direzione artistica.
La Fototeca è a rischio chiusura per mancanza di fondi mettendo così a rischio l’immenso archivio che la fototeca possiede, non soltanto il lavoro di Dondero.
Il Consorzio auspica che questo lavoro di archiviazione possa continuare anche grazie al sostegno di singoli cittadini e associazioni legati in qualche modo alla regione Marche, vista la totale assenza della Regione su questi temi culturali.
Contatti per l’organizzazione della mostra: Fototeca Provinciale di Fermo
19 maggio - 30 giugno 2017 | MACERATA
Palazzo Buonaccorsi [50 fotografie]
23 luglio - 28 agosto 2016 | ALTIDONA (FERMO) [40 fotografie]
20 maggio - 3 luglio 2016 | ASCOLI PICENO
Forte Malatesta [40 fotografie]
Mostra Prodotta da: TERROIR MARCHE(Consorzio di Vignaioli Bio delle Marche)
Essendo comprovato che fosse dotato del dono dell’ubiquità non ci sorprenderemmo di incontrarlo un giorno a bordo di una corriera, in una trattoria o di vederlo sbucare dietro l’angolo con la sua vecchia Leica al collo e salutarci con il suo sorriso ironico e il suo irresistibile “Ragazzi, come va la vita?”
Mario Dondero grazie alla sua incredibile carica di umanità ha abitato il mondo in cui ha viaggiato senza sosta nella sua vita errabonda di fotoreporter.
Ha avuto solo due centri di gravitazione, Parigi dagli anni cinquanta, Fermo a partire dagli anni novanta.
Mario Dondero ha scelto le Marche, non le ha solo viaggiate, le ha respirate, le ha amate e si è sentito amato.
Una mostra di scatti marchigiani di Dondero rappresenta un racconto unico di uno spaccato di questo territorio visto da dentro e ripreso ad altezza d’uomo.
È un racconto del terroir delle Marche, è il minimo atto di gratitudine per la ricchezza che ha lasciato in questa regione in tutti coloro che hanno condiviso un pezzo del suo cammino.
I Vignaioli del Consorzio tM si fanno mecenati culturali e decidono di produrre questa mostra a proprie spese in collaborazione con la Fototeca Provinciale di Fermo che ne ha curato il lavoro e la direzione artistica.
La Fototeca è a rischio chiusura per mancanza di fondi mettendo così a rischio l’immenso archivio che la fototeca possiede, non soltanto il lavoro di Dondero.
Il Consorzio auspica che questo lavoro di archiviazione possa continuare anche grazie al sostegno di singoli cittadini e associazioni legati in qualche modo alla regione Marche, vista la totale assenza della Regione su questi temi culturali.
Contatti per l’organizzazione della mostra: Fototeca Provinciale di Fermo
19 maggio - 30 giugno 2017 | MACERATA
Palazzo Buonaccorsi [50 fotografie]
23 luglio - 28 agosto 2016 | ALTIDONA (FERMO) [40 fotografie]
20 maggio - 3 luglio 2016 | ASCOLI PICENO
Forte Malatesta [40 fotografie]
Mostra Prodotta da: TERROIR MARCHE(Consorzio di Vignaioli Bio delle Marche)
Io Pure Sarò Vigna
Mostra fotografica/Photographic expositionMostra fotografica di Hassan Badreddine
30 aprile - 17 giugno
Macerata - Palazzo Buonaccorsi - via Don Minzoni, 24
“Io pure sarò vigna, e per il torchio sarà colto il mio frutto,
e come vino sarò tenuto in botti eterne.”
(Gibran Khalil Gibran) - poeta, pittore e aforista libanese 1883_1931)
Venti opere d’arte fotografano l’essenza della terra. La natura, i particolari del paesaggio marchigiano diventano immagini poetiche universali grazie all’occhio di Hassan Badreddine. Lo stretto legame uomo-terra che ispira tali immagini è alla base della filosofia e delle pratiche di Terroir Marche: rispettare la terra è rispettare l’umanità, nelle sue diversità e nei suoi frutti originali autoctoni.
Hassan Badreddine
Nato a Casablanca nel 1964. In Italia dal 1989, vive e lavora ad Ancona. Attraverso la fotografia reinterpreta la natura proponendo una versione del paesaggio di astrazione poetica struggente. Fotografo essenzialmente lirico, dotato di grande potenza evocativa, pone l'uomo al centro dei suoi interessi, con tutto il suo carico di sofferenza ma anche di esplosioni mistiche gioviali e felici. Hassan, rappresentato da Photo Italia, ha esposto in diverse città italiane e straniere, i suoi lavori sono stati pubblicati su riviste e giornali nazionali, su "Photo Italia”, Book “Collezioni", la Repubblica, “Dove”, “Gentleman", "Carnet", "Bell'Italia", internazionali come "Tel Quel”, "Le Matin", "Al Bayane ".
30 aprile - 17 giugno
Macerata - Palazzo Buonaccorsi - via Don Minzoni, 24
“Io pure sarò vigna, e per il torchio sarà colto il mio frutto,
e come vino sarò tenuto in botti eterne.”
(Gibran Khalil Gibran) - poeta, pittore e aforista libanese 1883_1931)
Venti opere d’arte fotografano l’essenza della terra. La natura, i particolari del paesaggio marchigiano diventano immagini poetiche universali grazie all’occhio di Hassan Badreddine. Lo stretto legame uomo-terra che ispira tali immagini è alla base della filosofia e delle pratiche di Terroir Marche: rispettare la terra è rispettare l’umanità, nelle sue diversità e nei suoi frutti originali autoctoni.
Hassan Badreddine
Nato a Casablanca nel 1964. In Italia dal 1989, vive e lavora ad Ancona. Attraverso la fotografia reinterpreta la natura proponendo una versione del paesaggio di astrazione poetica struggente. Fotografo essenzialmente lirico, dotato di grande potenza evocativa, pone l'uomo al centro dei suoi interessi, con tutto il suo carico di sofferenza ma anche di esplosioni mistiche gioviali e felici. Hassan, rappresentato da Photo Italia, ha esposto in diverse città italiane e straniere, i suoi lavori sono stati pubblicati su riviste e giornali nazionali, su "Photo Italia”, Book “Collezioni", la Repubblica, “Dove”, “Gentleman", "Carnet", "Bell'Italia", internazionali come "Tel Quel”, "Le Matin", "Al Bayane ".
Bioculture
Artwalks with wine”Areare il vino nelle sue radici" Appunti visivi, Giacomo Giovannetti for Bioculture
Agosto – Settembre 2014
250 chilometri a piedi, 200 opere d’arte digitali, 20 agriturismi, 6 artisti, 1 consorzio di vignaioli naturali: un viaggio nel cuore dell’entroterra per scoprire e ridisegnare il territorio marchigiano
Bioculture accompagna e promuove nel Regno Unito l’entroterra marchigiano e un consorzio di vitivinicoltori biologici, Terroir Marche, attraverso un percorso inedito, battuto per la prima volta da sei giovani artisti durante una residenza d’artista nomade nelle Marche.
Come pionieri, una storyteller, un artista multimediale, un videoartista, una performer e un artista visivo hanno raccolto le tracce del territorio per poi riconsegnarle al pubblico sotto forma di opere d’arte digitale all’interno di una applicazione per tablet e smartphone. Hanno partecipato: Alessio Ballerini, Fabrizio Carotti / Simona Sala, Giacomo Giovannetti, Rachel Rose Reid.