Consorzio di Vignaioli

Un gruppo di donne e uomini, la pratica rigorosa di una viticoltura biologica, un approccio etico all’attività agricola.

A group of women and men, the rigorous practice of organic viticulture, an ethical approach to agricultural activity.




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"In nessun altro luogo d'Italia, ho forse visto altrettanta gente, e case, e cantine, così immobili nel tempo: in nessuno, ho gustato vini così genuini e squisiti" (Mario Soldati, Vino al vino, "Nelle province di Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno", 1970)




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Terroir





Selvagrossa


MONTEFELTRO
"Dalla sua sommità (del Sasso Simone) si vede quasi tutto
il golfo Adriattico incominciando sotto li monti di Ancon fino a Venezia..."
(V. Loppi, 1753)

Regione di confine, storicamente a cavallo di Marche, Toscana e Romagna, il Montefeltro è da sempre territorio vocato per la produzione di vini di qualità.
Nonostante un periodo d'oblio dopo i riconoscimenti nazionali dei primi del Novecento, oggi le ripide colline del Montefeltro sono tornate al loro antico splendore, ad ospitare vigneti che in armonia con la terra danno grandi vini di pregio.
Viticoltura di montagna, fino a 500 metri di altitudine, dove il Sangiovese sui terreni marnosi arenacei trova un connubio indissolubile con il terroir.
Dal monte Carpegna, vera cima tutelare del Montefeltro, le colline arrivano fin giù all'Adriatico: al confine con la Romagna, il Nord delle Marche si conferma terra di grandi vini, dal Montefeltro al Metauro, dal Sangiovese al Bianchello, dalla montagna al mare.

Border region, historically straddling the Marches, Tuscany and Romagna, Montefeltro has always been an area suited for the production of quality wines. Despite a period of oblivion after the national recognition of the early twentieth century, today the steep hills of Montefeltro have returned to their former glory, to host vineyards that in harmony with the earth give great wines of quality. Mountain viticulture, up to 500 meters above sea level, where Sangiovese on marly arenaceous soils finds an indissoluble union with the terroir. From Mount Carpegna, the real protection peak of Montefeltro, the hills reach down to the Adriatic: on the border with Romagna, the North of the Marche confirms itself as a land of great wines, from Montefeltro to Metauro, from Sangiovese to Bianchello, from the mountains to the sea .





Pievalta-La Distesa-La Marca Di San Michele-Failoni-Broccanera-Peruzzi-Tommasetti-Fattoria Nannì


CASTELLI DI JESI

Sono la culla ed allo stesso tempo il segreto della consacrazione del Verdicchio come uno dei più grandi vini bianchi mondiali. Il predominio linguistico del vitigno per molto tempo ha messo in ombra l'eterogeneità e la ricchezza dei terreni di queste colline, a sinistra e destra dell'Esino, in cui risiede la forza della luminosa varietà del Verdicchio. Oggi invece nomi di luoghi come Cupramontana, Maiolati Spontini, Montecarotto, San Michele, San Paolo iniziano ad essere riconosciuti dalla critica e dai consumatori per la loro vocazione, le loro virtuose differenze e qualità. E' il Verdicchio che "sente" e "chiama" il territorio, grazie ad una vera e propria nuovelle vague di vignaioli attenti alla preservazione della natura e della biodiversità nel vigneto e determinati a far emergere la territorialità delle vigne e delle zone più vocate.
Ma i Castelli di Jesi non sono solo sinonimo di vino bianco: è qui nel Nord delle Marche che il Montepulciano trova la sua ultima casa e, spesso insieme allo "storico" Sangiovese, regala interpretazioni uniche e avvincenti.

This is the cradle and at the same time the secret of the consecration of Verdicchio as one of the most important white wines in the world. For a long time, the predominant descriptors of the grape variety have overshadowed the heterogeneity and richness of the hills to the left and right of the river Esino, where one discovers the power of the luminous variety, Verdicchio. Today, instead, the place names: Cupramontana, Maiolati Spontini, Montecarotto, San Michele, and San Paolo are beginning to be recognized by both critics and consumers for their excellent quality and virtuosity with this grape variety. It is Verdicchio that makes harkens to this territory, thanks to a new wave of winemakers who are attentive to the preservation of nature and biodiversity of the vineyard and are determined to help this area and its specific terroir emerge as one of the most important and appreciated for Verdicchio. But, Castelli di Jesi is not only synonymous with white wines, it is here in the northern Marche where Montepulciano finds its last home and often combined with Sangiovese awards one with unique, winning red wines.





Moroder-La Calcinara-Malacari


CONERO


Un terroir unico come il promontorio che lo ospita: i vigneti e quindi i vini risentono positivamente della brezza marina che arriva dal mare adiacente. Così come la costa che da piatta e sabbiosa improvvisamente sale, si fa rocciosa e diventa monte: 600 metri di roccia bianca che si gettano a picco sul mare, il Monte Conero.
Da una parte il mare Adriatico, dall'altra la macchia mediterranea: è nel mezzo che tra roccia calcarea, sabbie arenarie e argilla nascono i vigneti, principalmente Montepulciano, che danno vita ad uno dei vini italiani più importanti d'Italia, il Rosso Conero.
Scrittori latini come Plinio il Giovane e Columella già narravano della bontà dei vini rossi del Conero, dove la vite da oramai più di 2500 anni ha trovato perfetta dimora.

A unique promontory that contributes to a unique terroir. The vineyards and therefore its wines are positively influenced by the sea breeze that blows from the neighbouring sea. Its flat and sandy shores starts abruptly to climb and from rocky it becomes a mountain; this is Mount Conero, 600 Mt. of white rock that sinks into the sea.
On one side the Adriatic Sea, on the other the Mediterranean forest and in the middle limestone, sandstone and clay host mainly Montepulciano vineyards that produce Rosso Conero, one of the main Italian wines.
Latin writers such as Pliny the Younger and Columella wrote about the goodness of Conero wines where almost 2,500 years ago the vines found their perfect spot.





Cavalieri


MATELICA
Fin dal 1500 è attestata la vocazione alla coltivazione della vite della valle Camertina: l'unica delle Marche ad avere una disposizione Nord-Sud, l'unica ad essere chiusa al mare con caratteristiche di clima continentale e grandi escursioni termiche tra giorno e notte.
Un'eccezionale anomalia che unita al matrimonio storico e privilegiato di queste terre con il Verdicchio, garantisce la qualità e l'unicità di uno dei vini bianchi più apprezzati d'Italia.
Viticoltura di montagna, a 450 metri sul livello del mare, su terreni ricchi di calcare e scheletro, con inverni molto freddi ed estati calde: condizioni che esaltano l'aromaticità e la sapidità dei vini di questo piccolo e prezioso terroir.

From the 1500’s, the valley of the Camertina has been know for the cultivation of vineyards, the only area in the Marche with a North/South exposure and the only one which arrives all the way to the sea with a characteristic continental climate and big temperature changes from night to day. An exceptional anomaly which unites the historic matrimony and privilege of this land with Verdicchio, guaranteeing the quality and uniqueness of one of the most prized italian white wines.
Winemaking of the mountains at 450 meters above sea level with a terrain rich in fossils and calcium, very cold winters, hot summers, these factors exalt the aromatic qualities and richness of the wines from this small terroir.





Aurora-La Valle Del Sole-Fiorano-Terra Argillosa-Vigneti Vallorani


PICENO
Già lo storico greco Polibio scriveva dei "vini dei Piceni" e chissà se Mario Soldati non pensava proprio a queste terre quando nelle Marche parlava di "case e cantine così immobili nel tempo". Terre ancora poco urbanizzate e di rara bellezza, dove la vite ha trovato fertile dimora e parla un linguaggio plurale: le varietà autoctone a bacca bianca come il Trebbiano, la Passerina ed il ritrovato Pecorino convivono con la delicata rusticità del rosso Sangiovese e la forza vigorosa del nero Montepulciano. Dalla mescolanza delle prime nasce il Falerio e delle seconde il Rosso Piceno Superiore, i vini della tradizione territoriale che oggi convivono con l'Offida Docg e le felici ed apprezzate interpretazioni da monovitigno. Tra i primi terroir a convertire in bio gran parte dei terreni dedicati al vigneto (e non solo), il lavoro agricolo nel rispetto della natura è da sempre uno degli aspetti fondamentali per la qualità dei vini delle colline del Piceno.

In ancient time, the famous Greek Polibio wrote of the “wines of the Piceni” and who knows if Mario Soldati had perhaps been thinking of this area when he was in the Marche and spoke of “houses and wineries untouched by the passage of time”. A land still little urbanized and of rare beauty, where life has found a fertile dwelling place and speaks many languages: the native varieties of white grapes such as Trebbiano, Passerina and the re-discovered Pecorino share the land with the delicate rusticity of the red Sangiovese and the vigorous force of the “black” Montepulciano. From the mix of the whites you find the blend called Falerio and from the reds, the Rosso Piceno Superiore, the traditional wines of the territory which today are joined also by the Docg of Offida and the much appreciated interpretations of the mono variety wines. Much of the vineyard and agricultural acreage is farmed organically and this is combined with the unique terroir and the respect for nature which has always been fundamental in the making of the quality wines of the beautiful Piceno hills.



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