Consorzio di Vignaioli

Un gruppo di donne e uomini, la pratica rigorosa di una viticoltura biologica, un approccio etico all’attività agricola.

A group of women and men, the rigorous practice of organic viticulture, an ethical approach to agricultural activity.




CONTENTS

· Terroir
· Soci/Members
· Oltre il vino/Beyond the wine
· TM magazine




"In nessun altro luogo d'Italia, ho forse visto altrettanta gente, e case, e cantine, così immobili nel tempo: in nessuno, ho gustato vini così genuini e squisiti" (Mario Soldati, Vino al vino, "Nelle province di Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno", 1970)




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Vignaioli/Wine Growers

Soci/Members






2015
11 cantine associate
119 ha di vigneto
473.000 bottiglie bio
26 soci-lavoratori
20 dipendenti-lavoratori


11 member wineries
119 hectares of vineyards
473.000 bottles of organic wine
26 working members
20 full-time employees


2016
13 cantine associate
118 ha di vigneto
419.000 bottiglie bio
28 soci-lavoratori
21 dipendenti-lavoratori


13 member wineries
118 hectares of vineyards
419.000 bottles of organic wine
28 working members
21 full-time employees


2017
16 cantine associate
166 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
30 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori


16 member wineries
166 hectares of vineyards
600.000 bottles of organic wine
30 working members
42 full-time employees


2018
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori


18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees
2019
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori


18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees


2020
18 cantine associate
176 ha di vigneto
600.000 bottiglie bio
32 soci-lavoratori
42 dipendenti-lavoratori


18 member wineries 176 hectares of vineyards 600.000 bottles of organic wine 32 working members 42 full-time emoloyees


2021
19 cantine associate
200 ha di vigneto
800.000 bottiglie bio
60  dipendenti lavoratori
120 lavoratori stagionali assunti in vendemmia


19 member wineries
200 hectares of vineyards
800.000 bottles of organic wine
60 full-time emoloyees 120 seasonal workers hired for the harvest










 

Condividiamo l’idea che la costruzione di un mondo migliore passi necessariamente per un’agricoltura migliore, fondata sulla conservazione dell’integrità del suolo nella convinzione che sia un dovere restituire ai figli una terra in condizioni migliori di quelle in cui la si è trovata. Il rapporto fra i soci è regolato da uno spirito collaborativo e solidale, nella certezza che la ricchezza delle relazioni umane sia presupposto necessario per dare valore a un territorio. Allo stesso modo il rapporto con i consumatori è basato su una comunicazione trasparente delle pratiche agricole adottate.

We share the idea that the construction of a better world necessarily requires better agriculture, based on the preservation of the integrity of the soil in the belief that it is a duty to give back to children a land in better conditions than those in which it was found. The relationship between the members is governed by a collaborative and supportive spirit, in the certainty that the richness of human relationships is a necessary prerequisite to give value to a territory. Similarly, the relationship with consumers is based on a transparent communication of the agricultural practices adopted.






Principi e idealità Terroirmarche




  1. Il territorio e l’origine. Pensiamo che i prodotti agro-alimentari non siano merci come le altre. Sono prodotti che non provengono solo dalla classica dialettica capitale/lavoro ma che vedono la luce sulla e nella Terra. Per questo invochiamo il principio dell’origine, cioè del legame assoluto col territorio. Questo è il solo principio valido nell’identificare un prodotto agricolo poiché ne valorizza il territorio e le genti che vi abitano e che hanno contribuito alla evoluzione di una determinata qualità/specie. Se i territori e le varietà autoctone sono beni comuni è giusto che ricevano tutela solo dalle collettività locali di riferimento. Tale legame col territorio, però, non deve assolutamente essere interpretato come una difesa di localismi politici e identitari frutto dell’attaccamento conservatore alle radici, ma al contrario come un percorso per costruire una agricoltura cosmopolita, una contadinità planetaria che leghi insieme le produzioni e le culture di tutto il mondo nella diversità dell’origine.
  2. La terra e la sua difesa. Vogliamo un nuovo rapporto con la terra. Quella stessa terra che un tempo era fonte di stenti e povertà, oggi può proporre una nuova visione dell’ambiente e dei rapporti sociali. Gli agricoltori devono porsi come difensori, e non sfruttatori, dei territori e delle terre. In questo senso l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale come presidio ambientale. Dobbiamo pensare di avere "in prestito" una t/Terra da consegnare ai nostri figli in condizioni migliori di quelle che abbiamo trovato. In questo contesto, e non come semplice marchio commerciale, si colloca la nostra visione di agricoltura organica, biologica o bio-dinamica. Questa idea di agricoltura come presidio del territorio ci porta, conseguentemente, a sostenere tutte le forme di lotta delle comunità locali contro le grandi devastazioni ambientali.
  3. Le relazioni sociali e produttive. Condividiamo un’idea etica e solidale di economia. Un’idea che pone al centro l’uomo e la natura e per cui l’economia sia un mezzo e non il fine. Siamo convinti che il progresso si misuri secondo variabili che sono anche culturali e sociali; che un vino - ad esempio - non sia solo una merce con un determinato prezzo ma il risultato di una storia complessa, che vede il dispiegarsi continuo dei rapporti fra vignaioli, territori, stagioni, comunità locali. Pensiamo, quindi, che vadano sviluppate tutte le forme possibili di economia e di distribuzione alternative che promuovono una visione umana del commercio, come i Gruppi di Acquisto Solidali, i mercati contadini locali, itineranti o biologici, le botteghe del commercio equo, la vendita diretta, la produzione per famiglie su prenotazione ed in generale tutte le forme che relazionano direttamente produttori e consumatori "critici", visti come co-produttori. Allo stesso tempo invochiamo l’agricoltura contadina (nelle sue molteplici forme di azienda famigliare, di piccola cooperativa, di piccola azienda a conduzione diretta) per la sua intrinseca capacità di esprimersi secondo relazioni produttive differenti da quelle della grande azienda industriale, incentrate sul conto/terzismo, sul lavoro precario e sul lavoro in nero, sullo sfruttamento, sulla rendita.
  4. La tracciabilità dei prodotti e del prezzo. Il rapporto fra produttori e consumatori oltre che diretto deve essere trasparente. Per questo noi vogliamo certificare direttamente come lavoriamo la terra, quali sono i nostri rapporti con il lavoro ed il capitale, come trasformiamo i prodotti della terra e il prezzo di cantina a cui vendiamo gli stessi. Tutte queste informazioni verranno raccolte e rese pubbliche dai membri del Consorzio.
  5. Rivendicare la terra, rivendicare la vita. Rivendicare la terra significa per noi rivendicare la vita, riappropriarci certamente del valore economico, ma riappropriarci anche di un intero mondo di relazioni, di tradizioni e di sentimenti, divenendo una comunità organizzata e diffusa che abbia coscienza che si è giunti ai limiti dell’irreversibilità dell’insensatezza globale. Le prossime generazioni si troveranno costrette a produrre prevalentemente per riparare i danni delle produzioni precedenti. Non abbiamo nulla contro la tecnologia e la scienza. Ciò che critichiamo è la riduzione della vita a macchina, la sostituzione di ogni elemento della vita con un prodotto di sintesi da laboratorio. Per questo ci batteremo contro gli Organismi Geneticamente Modificati. Gli Ogm costituiscono oggi la più grande minaccia alla sensibilità planetaria. Contro di essi non c’è tempo da perdere né alcuna possibilità di mediazione. La ricerca, la sperimentazione, le legislazioni permissive, l’uso degli Ogm costituiscono un crimine contro la terra e contro l’umanità. Occorre fare di tutto perché ciò non accada.








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